DIPENDENZA DA VIDEOGAMES
- Dr. Vito Leone
- 3 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Tra le varie dipendenze oggi emergenti, approfondiamo la "dipendenza da videogames".

Si riscontra nella maggior parte dei casi nella fascia d'età dei così detti TeenAgers (12 - 20 anni).
Tale dipendenza consiste in un utilizzo abnorme dei dispositivi elettronici come computer, consolle e cellulari per giocare e anche per socializzare in modo virtuale grazie a piattaforme dedicate al gioco in multiplayer.
Gli effetti più direttamente osservabili sono il "ritiro sociale", "problemi relazionali in famiglia" per mancanza di osservazione delle regole familiari e "peggioramento del rendimento scolastico".
Più in profondità si scorgono delle difficoltà di socializzazione con il gruppo dei pari e una difficoltà/incapacità di gestione della aggressività che può tramutarsi in vera e propria rabbia. Tale emozione viene agita virtualmente tramite il videogame.
Qual'è il gioco preferito da tuo figlio?
Tale interrogativo nasce dalla consapevolezza di quanto un genitore riesca ad osservare e conoscere appieno il proprio figlio.
Spesso, circolarmente il comportamento abnorme del figlio giocatore è funzionale oltre che per sé stesso in modo da scaricare ansia, difficoltà relazionali, rabbia ecc..., è funzionale anche e forse soprattutto, a tutto il sistema familiare.
Pragmaticamente un figlio in questo modo riesce ad ottenere 2 vantaggi:
- attirando su di sé tutta l'attenzione e l'interesse dei grandi, fornisce loro un assist (talmente grande da risultare invisibile) che contribuisce di fatto a distrarli dalle questioni critiche della coppia genitoriale mantenendo il livello di criticità sotto la soglia dell'esplicitazione;
- acquisisce potere, cioè riesce a trarre benefici personali da questa modalità sacrificale ottenendo di fare ciò che vuole, quando vuole.
Inoltre, un'altra importante funzione è quella del controllo. Il figlio rigidamente arroccato a casa riesce a controllare il livello di tensione familiare in modo da poter fungere da "terzo che facilita la comunicazione".
In una parola, rinuncia a dei pezzi molto importanti della sua evoluzione in favore dell'equilibrio familiare, ma è facilmente intuibile che questo equilibrio di cui il figlio si fa vertice è precario e appesantisce le sue fragili spalle oltremodo.
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