GRADO DI MATURITÀ FAMILIARE
- Dr. Vito Leone
- 28 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Quanto quella foto, quell’immagine, quel momento duale, risponde ai bisogni del figlio e quanto ai bisogni del genitore?

Quanto il genitore riesce ad avere consapevolezza che nell’evento (esempio selfie) è coinvolta un’altra volontà, diversa da sé, appartenente all’altro che è nella relazione?
Pur trovandosi in una condizione di completa dipendenza dal genitore, è opportuno che un figlio ricerchi, costruisca, conservi e mantenga una sua separata identità o che comunque il processo di accudimento del genitore verso il figlio miri a questo obiettivo.
Il riconoscimento dell’identità dell’altro è in primo luogo il riconoscimento di una propria identità.
Quanto più il genitore riconoscerà i suoi confini, tanto più sarà in grado di educare i propri figli al rispetto di Sé stessi.
Stiamo parlando dei così detti "confini".
I confini hanno 2 fondamentali funzioni:
PROTEZIONE
Come le nazioni, che si definiscono tali perché posseggono dei confini che le delimita, così le persone possiedono la propria identità, con tutto ciò che essa contiene. Le nazioni hanno la possibilità di modulare i propri confini cioè, di tenerli aperti al passaggio incontrollato di persone e merci, di far passare persone e merci in modo controllato o di chiudere l'accesso al proprio territorio.
Nelle relazioni umane avviene pressappoco nello stesso modo.
Quando le persone si incontrano, ognuna con la propria identità e tutto ciò che essa contiene, si può decidere di far passare tutti e tutto in modo incontrollato, entrando ben presto in una forte e calorosa relazione ma al contempo rischiando però di essere invasi o di ritrovarsi subissati di scorie non proprie con tutta la fatica e la nocività che questo presuppone; oppure di usare i propri confini in modo permeabile e selettivo cioè di poter scegliere quando, chi e cosa far passare a seconda di cosa si riesce o si desidera contenere: oppure chiudere i confini in modo rigido evitando così ogni possibile invasione ma al contempo rinunciando agli scambi relazionali e affettivi di cui le persone amano nutrirsi.
CONTENIMENTO
Oltre a proteggere dall'esterno, i confini allo stesso tempo danno forma all'identità della persona, cioè permettono di differenziarsi dall'altro.
Sapere dove io finisco e dove inizia l’altro è forse il più grande insegnamento che un genitore può trasmettere ai propri figli, affinché il processo di svincolo possa andare avanti senza eccessive difficoltà.
Ogni figlio è una persona ed in quanto tale è un individuo a se stante.
Il modo di percepire le relazioni primarie (quelle con i genitori e con i fratelli) funge da matrice relazionale, cioè serve a creare copioni relazionali che verranno utilizzati poi, quando il bambino crescerà, fuori di casa.
In questo continuo processo di sperimentazione in famiglia e di riproposizione fuori, si forma l'identità, cioè quel unico e particolare modo di ognuno di stare al mondo. Quanto più si sarà sperimentato relazioni sane, tanto più si formerà una persona equilibrata e ben adattata che riesca a funzionare sui diversi piani di realtà, relazioni, affetti, lavoro, sociale...
Concludendo, uno strumento in quanto tale è qualcosa di neutro, è l’utilizzatore che ne fa derivare un buon uso o un cattivo uso. Ciò che cambia di utilizzatore in utilizzatore è il grado di consapevolezza di ciò che in quei momenti ed in quelle azioni si sta trasmettendo alla propria prole.
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