POV: "Da quel momento in poi non sono più lo stesso".
Descrizione e classificazione dei diversi tipi di traumi infantili e la loro caratterizzazione per la formazione della personalità e della vita adulta.
"Tutte le emozioni, anche quelle che vengono soppresse e inespresse, hanno effetti fisici. Le emozioni inespresse tendono a rimanere nel corpo come bombe a orologeria e nel loro piccolo ticchettio sono malattie in incubazione." (Cit. Marilyn Van Derbur)
Quanto il Sé traumatizzato da bambino, traumatizza il Sè in età adulta?
È impensabile che le ferite emotive e i vissuti spiacevoli avuti in età infantile non si riversino anche nell’età adulta. Infatti, ciò avviene quando c’è stato un trauma, una frattura, una rottura all’interno di un sistema equilibrato, che viene poi caratterizzato da situazioni, momenti, ricordi e vissuti che non sono sempre piacevoli e semplici da gestire. Le esperienze spiacevoli, o i traumi, possono portare ad una disfunzione sia a livello personale, sia all’interno del contesto sociale in cui si vive. In alcuni soggetti i vissuti dell’infanzia, li perseguitano per tutta la vita. Se non sono elaborati nel modo più efficace possono creare delle dinamiche disfunzionali e spiacevoli, sia nella gestione della vita quotidiana, sia nel costrutto della personalità, influenzando comportamenti, cognizioni, emozioni ed anche la salute fisica del soggetto.
Ma cosa sono i traumi infantili?
Il termine trauma è una parola che deriva dal greco "τραῦμα" e significa "ferita", con la quale si indica un evento o una situazione triste e dolorosa, che provoca nelle persone ed in particolar modo nei bambini reazioni emotive spiacevoli, come senso di colpa, rabbia, dolore, paura, che interferiscono sul benessere psicofisico del bambino, turbandolo e disorientandolo.
Trauma è qualsiasi cosa che venga percepita da una persona come ciò che accade "troppo e troppo in fretta", "troppo e per troppo tempo", "non abbastanza per troppo tempo". (Cit. Deb Dana)
I traumi infantili, tuttavia è bene sottolineare, che non sempre sono vissuti necessariamente in prima persona, sulla propria pelle o attraverso esperienze personali dirette. Spesso, i traumi infantili sono causati anche da situazioni in cui il bambino si trova ad assistere, per esempio scene violente o incidenti.
Come possiamo immaginare i traumi vissuti in età infantile possono permanere come ferite nel turbine delle emozioni ed accompagnano, chi ne è stato protagonista o spettatore, anche nella vita adulta.
Quali sono i sintomi di un bambino traumatizzato?
I sintomi che presentano i bambini possono essere di diversa entità e caratterizzazione, in base al tipo di trauma subito, alla sua intensità, durata e circostanza in cui è avvenuto.
Generalmente i sintomi più comuni sono i seguenti:
· Sbalzi d’umore
· Fobie, paure
· Isolamento, tristezza, perdita di interesse per attività
· Disturbi del sonno
· Ipervigilanza, agitazione, rabbia, irritabilità
· Comportamenti evitanti, come contatto fisico o situazioni che rievocano il trauma
· Pensieri intrusivi
· Disturbi psicosomatici
· Difficoltà nell’apprendimento
· Regressione comportamentale
· Difficoltà nello sperimentare nuove attività e situazioni
Quanti e quali tipi di traumi infantili ci sono?
Si è visto che gli eventi traumatici caratterizzano non solo la vita del bambino che ne subisce gli effetti, ma hanno ripercussioni anche sullo sviluppo di personalità e possono svolgere ruoli fondamentali per la manifestazione di un disturbo psicopatologico in età adulta.
Tuttavia, ci sono diversi tipi di traumi, possono essere singoli o multipli, che si raggruppano in due grandi categorie: grandi e piccoli traumi.
· Grandi traumi, indicati con la T maiuscola, indicano esperienze traumatiche di natura estrema, dove è minacciata l’incolumità fisica, la vita del bambino e delle persone a lui care.
· Piccoli traumi, indicati con la t minuscola, legati a esperienze traumatiche non estreme, che sono caratterizzati da eventi meno catastrofici, ma più costanti e ripetitivi (microtraumi relazioni ripetiti.
Ci sono diversi tipi di traumi, questi posso avvenire sia tra le mura di casa, che nella vita quotidiana del bambino al di fuori del contesto familiare, tra i più comuni ci sono:
Trauma e paura dell’abbandono.
La paura dell’abbandono è correlata al trauma dell’attaccamento vissuto con i propri genitori o con caregiver in età infantile, dove il bambino è stato abbandonato fisicamente o emotivamente. Quindi si può verificare quando una figura protettiva per il bambino lascia il nucleo familiare, il bambino viene assegnato a dei parenti, quando il genitore (o caregiver) non è in grado o disposto a prendersi cura del piccolo. Questo genera la continua preoccupazione di essere abbandonati, si potrebbe sviluppare una vera e propria "sindrome dell’abbandono".
Questo tipo di trauma può portare ad emozioni di invidia, paura di perdere qualcuno e rimanere soli. Può causare una vera e propria dipendenza affettiva nei confronti di una figura di riferimento, con comportamenti passivi o comportamenti oppositivi e provocatori.
Trauma da rigetto e paura del rifiuto.
La paura del rifiuto spesso deriva da un trauma detto da rigetto, ovvero quando un genitore o il caregiver che rappresentano figure protettive hanno un rigetto nello svolgere il loro ruolo di accudimento; quindi, quando l’adulto non ha la maturità per prendersi cura del bambino. Questo trauma può causare senso di inadeguatezza, andando ad inficiare la percezione di essere all’altezza nei diversi contesti di vita lavorativi, sociali e relazionali, quindi una bassa autostima. Solitamente ulteriori conseguenze sono la coazione a ripetere il trauma, ovvero si scelgono relazioni in cui si continua a vivere l’abbandono ed il dolore o in età adulta si tende a decidere di rimanere soli o isolati.
Traumi di conflittualità genitoriale e vittime di ingiustizia.
I bambini possono vivere traumi in ambito familiare in seguito ad un alto grado di conflittualità genitoriale, in cui si possono verificare continui episodi di discussioni verbali o situazioni in cui il bambino assiste a qualche tipo di violenza domestica, come atti di violenza fisica, psicologica o sessuale. Queste esperienze conferiscono al bambino delle importanti ferite emotive andando ad inficiare sulla sua percezione di sicurezza, causando senso di inadeguatezza e scarsa autostima.
Il bambino, inoltre, può esperire il trauma dell’ingiustizia nel momento in cui percepisce di non essere trattato nel modo in cui merita, vivendo in un ambiente familiare ingiusto. Queste situazioni possono portare a vivere con problemi di fiducia nei confronti degli altri, e costruire relazioni sane. Il bambino inoltre, potrebbe attribuire a sè stesso la responsabilità della carenza di attenzioni e premure da parte dei genitori (o caregiver), solo in età adulta con una presa di consapevolezza potrebbe capire che tale responsabilità deriva da figure che dovrebbero fungere da punto di riferimento per l'accudimento, in cui c'è stata una scarsa attenzione alle necessità personali e affettive.
Violenza e traumi sessuali.
Purtroppo, possono esserci delle esperienze estremamente spiacevoli che vanno a scombussolare notevolmente il vissuto e la percezione del mondo del bambino, come la violenza fisica o gli abusi sessuali, andando a ledere e mettere in pericolo non solo l’incolumità fisica, ma soprattutto psicologica.
I bambini che subiscono violenza fisica da parte degli adulti come metodo d’insegnamento caratterizzerà il loro modo di risolvere i conflitti, ovvero impareranno che per gestire rabbia e discussioni bisogna ricorrere a violenza fisica.
Oltre che alla violenza fisica, i bambini potrebbero essere traumatizzati da abusi sessuali, sia in cui ne sono protagonisti, sia in eventi in cui ne sono testimoni. Queste esperienze hanno delle gravi ripercussioni nella sfera personale e sessuale del bambino, che porterà con sé anche nella vita adulta e nelle sue esperienze relazionali. Alcuni dei segnali allarmanti sono il rifiuto o la difficoltà a spogliarsi, masturbazione coatta, atteggiamenti seduttivi precoci, disegno o racconti di carattere sessuale inappropriati per l’età, o ancora, interazioni con persone molto più grandi. Queste esperienze potrebbero portare a delle difficoltà di intimità relazionale autentica, che possono andare dall'evitamento della sessualità, all'ipersessualizzazione senza mai un vero coinvolgimento affettivo.
Trauma dell’umiliazione.
Il trauma dell’umiliazione è molto comune tra bambini e giovani adolescenti, sia in casa che all’interno dell’ambiente scolastico o gruppo dei pari. L’umiliazione è un sentimento che è causato da scherno o situazioni di svilimento e sottomissione, dove chi le subisce si sentirà pieno di vergogna, e potrebbe causare tristezza, depressione, bassa autostima e isolamento.
Questi sono i traumi che si verificano più frequentemente, ma tuttavia possono essere di notevoli nature differenti, come la paura dell’ignoto, il sentirsi traditi dai genitori, un evento catastrofico, la morte di un genitore o una persona cara, o il presentarsi di gravi problemi economici familiari. Dove ognuno di questi potrebbe avere ripercussioni nella vita di chi li subisce.
Quali sono le conseguenze di traumi irrisolti nella vita adulta?
Come abbiamo precedentemente sottolineato i traumi hanno diverse ripercussioni non solo nella vita del bambino ma anche nella sua vita adulta.
I conflitti irrisolti possono tessere una ragnatela per dei disturbi di personalità, oltre che causare difficoltà nella gestione di vita quotidiana.
Chi ha vissuto dei traumi ha purtroppo messo a dura prova la costruzione di un’identità personale sana, poiché spesso si presentano disturbi di salute fisica, psicologica ed in ambito sociale.
Tra le conseguenze più comuni abbiamo:
· Disturbi di personalità, depersonalizzazione, derealizzazione.
· Disturbo post-traumatico da stress, disturbo depressivo.
· Disturbo borderline di personalità, anoressia e bulimia.
· Disturbi emotivi e relazionali, in cui hanno difficoltà a costruire relazioni sane ed appaganti.
· Scarsa autostima, incapacità di fidarsi.
· Isolamento sociale e ansia.
· Disconnessione emotiva, evitamento di legami.
· Instaurazione di relazioni tossiche e distruttive.
· Riproduzione intergenerazionale di traumi, in cui il dolore non elaborato dei propri vissuti viene trasmesso ai propri figli, influenzando il comportamento genitoriale.
· Dipendenza da sostanze, violenza interpersonale, disturbi di sessualità.
Tuttavia è bene sottolineare che esiste la possibilità per cui ogni individuo attivando le proprie risorse può reagire a situazioni di difficoltà, con tutta la sua resilienza in modo tale da elaborare e superare alle esperienze spiacevoli, evitando epiloghi nefasti.
Come superare i traumi del passato.
Affinché un trauma subito nel passato e in età infantile venga superato è necessario che sia elaborato, innanzitutto riconoscendo di avere un problema. È quindi necessario che venga elaborato quello che è successo e in che modo ha caratterizzato il susseguirsi dei vissuti dolorosi, fino ad arrivare alla sua accettazione.
Per fare in modo che ciò avvenga, non è sufficiente esserne consapevoli, ma spesso bisogna scavare nel profondo del dolore esperito. Rivolgersi ad un esperto o professionista è il modo migliore per affrontare la risoluzione del trauma, poiché sono necessari gli strumenti adeguati e più adatti per superare la situazione di disagio.
Potrebbe quindi essere utile innanzitutto cominciare una terapia in giovane età, oltre che in età adulta, per tamponare il più possibile le conseguenze che ne derivano. Potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta per intraprendere un percorso di psicoterapia.
Tra le terapie che si sono rivelate più efficaci abbiamo:
· Terapia dialettico-comportamentale
· Psicoterapia senso-motoria
· Terapia con EMDR
· Terapia narrativa
La psicoterapia sembra essere il modo migliore e più efficace per affrontare e superare i traumi psicologici, in cui si cerca di ridare un significato agli eventi o le situazioni di disagio vissute, dove il paziente riesce a ritrovare la propria dimensione e un ambiente sicuro, in cui riesce a comprendere e trasformare le proprie esperienze riuscendo ad integrarle all’interno della propria vita sociale, emotiva, e relazionale in maniera sana ed equilibrata.
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