Il Virus ha contagiato psichicamente tutta la popolazione mondiale con conseguenze importanti sulla Salute con la S maiuscola.
Vorrei partire dalla considerazione, con cui concordo pienamente, fatta dal Dr. David Lazzari Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi italiani: "La psiche è una funzione biologica". Questo vuol dire che il nostro organismo si serve dell'elaborazione psichica dei fatti ambientali e tramite questa attribuisce significati e priorità, guidando in questo modo il comportamento e discernendo cosa è meglio fare e quando in virtù di un migliore adattamento evolutivo. Secondo il concetto Darwiniano l'obiettivo finale è sempre l'evoluzione della specie.
Assodato questo importante assunto di base, ci possiamo rendere conto che la psiche è uno strumento che tutti possiedono, ne siamo corredati geneticamente tutti, questo non vuol dire che tutti la sappiano utilizzare in modo funzionale.
Qualche tempo fa, specialmente sui social imperversava la dicitura: "Non siamo tutti un po' Psicologi" nelle fotografie profilo di tanti colleghi. Certo questa affermazione è assolutamente vera perché per essere Psicologi è necessaria una adeguata preparazione professionale (per approfondimenti clicca qui - La Leg(g)enda degli Psy), ciò che questa affermazione lascia indefinito è che però tutti possiedono la psiche, perciò tutti sentono il diritto di usarla. Certamente il fatto di possedere questa funzione biologica e di usarla in modo più o meno funzionale non abilita alla professione.
Ma il punto da toccare oggi è che tutti la possiedono.
C'è qualcosa in questo strano 2020 che sta venendo trascurato dai più... (come spesso accade sull'argomento psiche).
IL VIRUS del COVID-19 ha contagiato biologicamente:
(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 23 Novembre ore 10.44 am)
58.229.138 casi confermati nel mondo dall'inizio della pandemia
1.382.106 morti
ma aggiungo, ha contagiato psichicamente tutta la popolazione mondiale di 7.700.000.000 circa di persone (stime popolazione 10/2019).
Tutti, malati o sani, hanno nella propria psiche l'informazione dell'esistenza del Corona Virus.
Dunque il Virus è non solo biologico ma anche psichico e sembra che sia molto più veloce del virus organico nella sua trasmissione di informazioni.
Il concetto di Virus è descrivibile come un parassita che necessita di un altro organismo per vivere, riprodursi e moltiplicarsi, infine evolvere, lasciando dietro di sé il cadavere dell'organismo ospitante.
Le persone, proprio perché tutte dotate di psiche, una volta venute a conoscenza dell'informazione Covid-19 hanno avuto e continuano ad avere reazioni più o meno congrue alla situazione reale.
La Paura è stata chiaramente la prima emozione provata difronte all'idea di rimanere cadaveri in quanto organismo ospitante. La paura attiva i meccanismi di difesa, dai più primitivi ai più evoluti. La negazione dei negazionisti ne è un esempio: "se mi giro dall'altra parte e non vedo il virus, il virus non esiste; se non esiste posso non avere più paura". Oppure all'estremo opposto, la sana consapevolezza di proteggersi e proteggere la comunità adottando comportamenti di prudenza.
Tra un polo e l'altro di questo continuum esiste un ventaglio di reazioni che prevedono l'attuazione di comportamenti più o meno funzionali o più o meno sintomatici.
I sintomi tipici più riscontrati nella popolazione non contagiata dal virus biologico a causa di questa condizione di incertezza e paura sono ansia generalizzata, distrubi ipocondriaci, distimia, ma anche criticità relazionali già esistenti sottosoglia e divenute evidenti in seguito alle limitazioni sociali imposte dagli stati centrali, come l'aumento del tasso di violenza domestica ma anche l'emergere di difficoltà nella gestione della quotidianità, degli spazi e dei tempi consueti di casa e lavoro determinando così serie difficoltà di adattamento. Inoltre, importanti segnali di disagio sono arrivati dagli operatori del settore sanitario che per sua natura è maggiormente esposto a rischi di contagio biologico.
Globalmente, tutto ciò che fino a prima del Covid19 era borderline, cioè al confine tra il funzionale ed il disfunzionale, era in una terra di mezzo, con il riadattamento che questa situazione di criticità sanitaria richiede alle persone inevitabilmente molte di queste cose si sono ritrovate in modo definitivo fuori, risultando così definitivamente disfunzionali. Inoltre, è interessantissimo notare anche come alcune caratteristiche prima ritenute disfunzionali, tra cui la tendenza all'evitamento delle relazioni sociali ed il comportamento compulsivo di lavarsi spesso le mani, in questa fase così delicata paradossalmente possano avere un valore adattativo funzionale.
Tutte queste cose, tutte queste rimodulazioni che siamo chiamati ad attuare, sono qualcosa che coinvolgono l'intera popolazione mondiale, non solo chi ha contratto il virus.
Il termine "pandemia" si riferisce infatti nella sua etimologia ad un evento globale, a qualcosa diffusa in tutto il mondo, che coinvolge tutti. Di fatto è proprio così, tutti (contagiati e non) siamo condizionati da questo virus che ci ha contagiato soprattutto psichicamente.
Lavorare sulla Salute con la S maiuscola quindi vuol dire non solo prendersi cura di chi è in ospedale a curare la malattia organica, cosa fondamentale, ma vuol dire occuparsi di prendersi cura di tutte le persone, affinché si possa riuscire ad integrare bene questa nuova informazione nel proprio sistema di funzionamento psichico, cioè quel sistema che serve all'organismo per osservare, conoscere, valutare ed attuare comportamenti, affinché il Coronavirus non mieta più vittime sia in modo diretto sia in modo indiretto attraverso i risvolti disfunzionali finora osservati. Funzionare bene psichicamente ha come obiettivo il miglioramento della qualità di vita e l'attuazione di comportamenti sani che allontanano i pericoli, come un circolo virtuoso che procura salute.
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