top of page
Immagine del redattoreDr. Vito Leone

TRIANGOLI FAMILIARI

COSA SUCCEDE AI FIGLI ED AI GENITORI QUANDO C'È ELEVATA CONFLITTUALITÀ IN FAMIGLIA.


 

La conflittualità relazionale è qualcosa con cui prima o poi tutti sperimentano. Alla base di queste situazioni spesso c'è la difficoltà delle persone a meta-comunicare (comunicare oltre il contenuto del messaggio) circa le proprie emozioni, che nella maggior parte dei casi sono di collera, delusione, tristezza... L'accumularsi di questi ripetuti vissuti emotivi spiacevoli, crea terreno fertile affinché le relazioni diventino sature di malessere e difficili da gestire in modo costruttivo.

La conflittualità quindi va intesa come qualcosa di normale, anche di tollerabile in certa misura perché sappiamo che nulla è perfetto, ma anche come qualcosa che se supera una soglia personale di malessere diventa nociva e distruttiva.


Cosa succede psicologicamente nelle dinamiche familiari in tutte quelle situazioni in cui la conflittualità raggiunge livelli patologici?


Con il termine patologico si intende che il livello di conflittualità ha superato il valore costruttivo di discussione e negoziazione al fine di concordare come deve proseguire una certa relazione e sussiste tensione relazionale ( di cui spesso si dimenticano le antiche cause originali) al di là degli argomenti su cui discutere.


Già M. Bowen individuava nell'IMMATURITÀ la causa dei meccanismi di creazione di conflittualità familiare.


La non differenziazione dalla famiglia di origine porterà, in un momento successivo del ciclo vitale dell'individuo, ad uno spostamento sul partner della richiesta di soddisfacimento dei bisogni rimasti inappagati nella propria infanzia; quando questa richiesta di appagamento inevitabilmente fallirà, l'ansia spingerà nuovamente alla ricerca di un'alleanza coni figli, alimentando così la trasmissione intergenerazionale dell'immaturità (Bowen M., 1976).


Li dove non c'è stato un distacco sufficientemente buono dell'individuo dalla propria famiglia di origine, rimarrà un vissuto di accudimento insufficiente che verrà riportato prima sul partner, confondendolo in modo eccessivo per il genitore da cui non si è riusciti a separarsi e successivamente, tale bisogno rimasto insoddisfatto dalla relazione con il partner (motivo di conflittualità), con alta probabilità potrà coinvolgere anche le altre persone presenti in famiglia: i figli.


Quindi la quantità di immaturità di ognuno dei 2 partner ereditata dalla famiglia di origine verrà "spalmata" nelle relazioni con la famiglia di appartenenza.


I meccanismi sono principalmente 3:


  • IL CONFLITTO CONIUGALE - i genitori riescono a confinare la conflittualità nella loro gerarchia senza coinvolgere i figli. La criticità nella coppia è molto elevata ma l'immaturità familiare rimane ad un livello adulto. Un buon intervento terapeutico di coppia può aiutare i partner a comunicare e meta-comunicare meglio, calmierando il livello di conflittualità.


  • LA DISFUNZIONE DI UN CONIUGE - il livello di conflittualità viene confinato nella gerarchia adulta dal sacrificio di uno dei genitori. Piuttosto che perpetrare l'immaturità familiare, uno dei coniugi si immola ed assume la condizione di malato affinché possa fermare l'elevato grado di conflittualità raggiunto. La funzione è triplice: salvare i figli dall'eccessiva conflittualità esplicita; acquisire potere derivante dai vantaggi secondari della malattia; distrarre tramite la sintomatologia dalle vere cause della conflittualità.


  • LA TRASMISSIONE DI UN PROBLEMA AD UNO DEI FIGLI

Ecco alcuni esempi di configurazioni triangolari (Minuchin S., 1980):


Il triangolo inammissibile: due genitori in conflitto cercano entrambi un'alleanza con il figlio, allo scopo di costruire una coalizione contro l'altro genitore; questo tipo di schema triangolare, con due lati positivi, è molto stressante per il figlio coinvolto perché comporta un intenso conflitto di lealtà.


Deviazione-Attacco: il figlio è un capro espiatorio, il suo comportamento è cattivo e distruttivo, i genitori si associano per controllarlo: la relazione matrimoniale è spesso priva di conflittualità ma i sintomi comportamentali del figlio spesso rappresentano “il braccio armato dei conflitti generazionali negati o irrisolti” (Andolfi M., 2010).


Deviazione-Appoggio: anche in questo caso i coniugi mascherano le loro differenze e celano il conflitto concentrandosi entrambi iper-protettivamente sul bambino che viene definito “malato”. È una caratteristica tipica delle famiglie in cui i disturbi si esprimono in modo psicosomatico.


Coalizione Genitore-Figlio: il conflitto genitoriale è esplicito e l'alleanza tra uno dei genitori e il figlio instabile. In questi casi spesso il figlio si allea protettivamente con il genitore che sente più debole o fragile, prendendo il suo posto in un paradossale confronto (o scontro) “alla pari” con l'altro genitore; piani e confini generazionali risultano del tutto alterati.


La posizione di funzionamento del Bambino all'interno del triangolo inevitabilmente condizionerà il suo modo di pensare, sentire e agire, modellando qualitativamente il suo senso di identità e appartenenza e di conseguenza le possibilità di differenziazione dalla famiglia di origine, rischiando in questo modo di perpetrare nelle generazioni successive il livello di immaturità familiare.




Vuoi saperne di più?


Vuoi prenotare una consulenza o richiedere maggiori informazioni?



240 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentarios


Metacomunica psicologo Pescara
bottom of page